cane con dermatite

Dermatite del cane: l’alimentazione industriale ipoallergenica funziona?

La dermatite è una patologia che può colpire sia il cane che l’uomo. Pur trattandosi di una malattia non pericolosa, può rivelarsi estremamente fastidiosa. Il motivo principale per cui questa patologia può rappresentare un problema deriva dal fatto che non sempre è facile individuare la causa. Può scaturire da un alimento a cui il nostro pelosetto è allergico, ma anche da parassiti, funghi e batteri che attaccano la cute del cane, e riuscire a individuare il “responsabile” potrebbe essere tutt’altro che semplice.

Talvolta per combattere la dermatite atopica canina si ricorre ad analisi del sangue specifici e test allergici, mentre altre volte si ritiene opportuno provare l’alimentazione industriale ipoallergenica. Sebbene le cause scatenanti possano esser molteplici infatti, in genere è una proteina del cibo a far scaturire il prurito nel cane. Già, ma quale? La sostanza, detta allergene, non è in realtà nociva, ma l’organismo del nostro 4 zampe la riconosce come tale e aziona una serie di meccanismi per combatterla. Tra questi c’è il rilascio di istamina enzima prodotto dal corpo in risposta agli allergeni, che ha azione vasodilatatoria. Quando i vasi sanguigni si allargano si verificano arrossamenti in alcune parti del corpo, che il cane tenderà a grattarsi per attenuare il senso di fastidio.

Alimentazione ipoallergenica per il cane

Per individuare l’allergene responsabile della dermatite del cane si può procedere per esclusione, scegliendo un’alimentazione industriale ipoallergenica che non comprenda alcune sostanze. Occorre però precisare subito che non si tratta di una ricetta miracolosa, e richiede tempo, pazienza e costanza.

Pur trattandosi di un alimento e non di una terapia, richiede alcuni accorgimenti per garantire risultati attendibili. Se ad esempio scegliamo un alimento ipoallergenico senza cereali sarà necessario prevedere un tempo minimo di trattamento (in genere si parla di 2 mesi) per poter davvero capire se sono queste sostanze a far scaturire il prurito nel cane. Se passato questo tempo non notiamo alcun miglioramento sarà necessario scegliere un nuovo alimento (ad esempio un cibo umido senza pollo) e ripetere il “trattamento” per altri due mesi. Qualora neppure questa soluzione dia i risultati sperati sarà necessario continuare a procedere “per esclusione” finché non riusciremo a trovare l’allergene responsabile.

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Come è facile immaginare si tratta quindi di un trattamento lungo, che richiede anche la massima costanza. Sarà infatti necessario impegnarsi a evitare che il cane mangi altre cose. Se abbiamo l’abitudine di “allungargli” qualcosa durante i pasti dovremmo sospendere questa pratica, perché quella sostanza “extra” potrebbe falsare i risultati del lungo test che stiamo facendo. I tempi indispensabili per individuare la causa scatenante tra gli alimenti non sono quantificabili, poiché potremmo avere fortuna al primo tentativo (nel nostro caso quello che vede solo alimenti per cani gluten free) oppure dover provare diverse combinazioni prima di arrivare a quella risolutiva del problema.

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Potrebbe anche accadere che nessuna sostanza risulti “nociva” per il nostro pelosetto, e che la causa sia da ricercare nell’acaro delle farine. In questo caso l’unica cura possibile sarà data dall’alimentazione casalinga ipoallergenica. Il procedimento è lo stesso, e dopo aver individuato la proteina “tollerata” da Fido sarà necessario prevedere anche il giusto apporto di vitamine, calcio e fosforo. Non basta scoprire che, ad esempio, Fido è allergico al pollo (e di conseguenza preparare per lui pasti che non lo prevedano), ma dovremmo anche bilanciare verdura e integratori per garantirgli una salute ottimale. In questo caso il nostro consiglio è quello di chiedere aiuto a un esperto nutrizionista, che saprà individuare la dieta corretta per il cane anche in funzione di età, razza e stile di vita.

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