Sia l’agitazione che l’aggressività sono comportamenti anomali per i cani, che attraverso questi atteggiamenti manifestano un evidente disagio comportamentale.
1. Iperattività (agitazione) del cane
Un cane iperattivo è un esemplare che non sta mai fermo, che richiama continuamente l’attenzione del padrone per inviargli dei segnali che possono riguardare domande di gioco oppure di cibo.
Durante le varie fasi della vita, il cane attraversa periodi di agitazione fisiologica che non hanno alcun rapporto con disturbi di tipi relazionale; tale situazione si verifica durante i primi mesi, quando il cucciolo è spinto a sperimentare tutte le nuove esperienze con cui viene a contatto.
Anche un animale adolescente può essere irrequieto, manifestando il desiderio quasi impellente di giocare con i propri simili, con i quali tende ad instaurare rapporti incentrati proprio sulla fase ludica.
Un cane adulto non deve più mostrarsi agitato, se non in particolari situazioni, come in prossimità di una femmina in calore oppure prima di mettere il guinzaglio per uscire a passeggiare.
Ci sono delle contingenze particolarmente stressanti che contribuiscono ad innervosire l’animale, ma che devono rimanere confinate a brevi periodi e comunque collegabili a determinate situazioni.
Quando invece, in mancanza di tutti questi fattori predisponenti, il cane si mostra iperattivo, probabilmente è affetto da un disturbo emotivo, sulla cui natura è consigliabile indagare.
Cause dell’iperattività del cane
Un presupposto fondamentale per cercare di comprendere le cause scatenanti dell’agitazione è quello di analizzare il rapporto che intercorre col proprietario poiché in molti casi, se questa relazione non è corretta, l’animale ne risente in maniera evidente.
Una causa piuttosto comune è riconducibile ad una inadatta socializzazione del cucciolo che, durante i primi mesi di vita, deve essere stimolato in maniera adeguata per poter sviluppare la giusta propensione a relazionarsi con i suoi simili.
La carenza di stimoli ed uno stile di vita amorfo ed improntato sulla solitudine incidono molto negativamente sulla personalità del cane, condizionandolo ad assumere comportamenti iperattivi e difficilmente gestibili.
L’insicurezza e la sindrome abbandonica, provocata dalla paura di essere lasciato solo (sensazione estremamente evidente negli esemplari adottati e presi da canili), è un’importante causa di agitazione psico-motoria dell’animale.
Rimedi per l’iperattività del cane
Un cane iperattivo non è ammalato, ma soltanto disturbato; tale anomalia comportamentale può essere corretta mediante una serie di rimedi.
I Fiori di Bach si sono rivelati particolarmente efficaci in caso di iperattività motoria associata a disagio emotivo; un veterinario comportamentalista è in grado di consigliare i preparati più adatti ai singoli casi, anche se il Rescue Remedy viene considerato il prodotto d’elezione in questi casi.
L’omeopatia è consigliabile quando il cane alterna fasi di agitazione ad altre di normalità, apparentemente senza motivo, anche se il motivo esiste, ma non viene identificato con facilità.
Esistono percorsi di tipo comportamentale, tenuti da educatori cinofili, le cui finalità sono riconducibili all’attenuazione del carico di stress che sta alla base dell’iperattività canina.
Spesso il gioco rappresenta uno dei migliori approcci per attenuare l’agitazione psico-somatica del cane, aiutandolo a trovare un equilibrio interiore che lo aiuti a diminuire l’agitazione.
2. Aggressività del cane
Un cane aggressivo solitamente ringhia, mostra i denti ed infine attacca mordendo; esiste un preciso codice comportamentale secondo cui l’animale manda dei segnali più o meno espliciti prima di mordere, allo scopo di avvisare la vittima.
Nei primi mesi di vita il cucciolo ha la tendenza di mordere tutto quello che gli capita sotto, ma tale comportamento non ha nulla a che vedere con le manifestazioni di aggressività di esemplari adulti.
Il termine “aggressività” viene normalmente collegato al concetto di “intenzionalmente cattivo”, mentre tale associazione non è sempre valida.
Infatti tale comportamento è spesso involontario ed inconsapevole, dettato soltanto dall’istinto che, nella maggior parte dei casi, svolge un ruolo difensivo.
Cause dell’aggressività nel cane
L’aggressività canina si configura come il risultato di complesse interazioni tra caratteristiche biologiche ed influenze ambientali; il fatto che ci sia una predisposizione genetica a tale comportamento non autorizza a credere che esistano razze più pericolose di altre.
Infatti la causa predisponente di maggiore importanza è rappresentata dal bagaglio di esperienze che il cane ha sperimentato nella sua vita.
Quasi sempre l’aggressività nasce da un profondo disagio interiore che l’animale subisce in seguito a traumi affrontati.
Anche il contesto in cui vive l’animale gioca un ruolo primario per lo sviluppo di atteggiamenti aggressivi; le punizioni immotivate (che il cane subisce con grande coinvolgimento emotivo), le percosse, le violenze fisiche o psicologiche contribuiscono ad incentivare l’aggressività latente che, in determinate situazioni, esplode sotto forma di comportamenti pericolosi.
Dalle quattro alle dodici settimane di vita il cucciolo si mostra particolarmente sensibile all’apprendimento e pertanto sente la necessità di confrontarsi con i suoi simili. Una mancata socializzazione in questa fase può portare all’insorgenza di atteggiamenti aggressivi verso altri animali oppure persone.
Un’eccessiva produzione dell’ormone testosterone, una diminuzione nella sintesi di serotonina o altri disordini metabolici possono innescare meccanismi biologici che stanno alla base dell’aggressività innata del cane.
Rimedi per l’aggressività del cane
Nonostante sia considerata risolutiva, la sterilizzazione di esemplari aggressivi non si rivela una soluzione efficace in quanto molti animali castrati continuano a dimostrare una notevole aggressività.
Il rimedio migliore per cercare di migliorare i comportamenti aggressivi del cane è quello di affidarlo ad un esperto addestratore cinofilo, che, attraverso un percorso educativo può essere in grado di migliorare il comportamento dell’animale.
I trattamenti terapeutici, necessari in alcuni casi particolarmente gravi , non sempre possono essere prolungati per lungo tempo in quanto i farmaci hanno effetti collaterali anche piuttosto importanti che ne sconsigliano l’assunzione.
Bisogna infine discriminare tra aggressività fisiologica, collegata a situazioni oggettive di rischio (difesa del territorio o delle persone) da manifestazioni aggressive ingiustificate che richiedono interventi mirati.
Soltanto in queste circostanze è necessario correre ai ripari.