Carattere del Pastore Svizzero Bianco e consigli sulla gestione del cucciolo

Che cosa sappiamo del Pastore Bianco Svizzero? Come si comporta, come reagisce agli stimoli e come interagisce con l’uomo? Come si educa, come capirlo e come farsi capire. Vediamo di approfondire la conoscenza di questa affascinante razza.

Il Pastore Svizzero Bianco vive in funzione dell’essere umano; a volte può risultare addirittura “eccessivo” nelle sua manifestazioni di affetto.
Non sopporta la solitudine ed ha un bisogno costante della presenza quotidiana dell’essere umano (fonte di cibo, quindi di sopravvivenza, ma soprattutto di affetto…). 

Se anche tu sei alla ricerca di informazioni su questa meravigliosa razza, oppure vuoi solo qualche suggerimento sulla gestione del cucciolo o de cane adulto, prosegui la lettura di questa guida, ne resterai di sicuro colpito.

Mediamente, dal punto di vista caratteriale è possibile affermare che si tratta di una razza molto equilibrata e che sono molto rari i problemi di convivenza con questi soggetti.

Pur avendo un aspetto lupo-simile, questi soggetti si posizionano ad un livello molto alto della “scala neotenica” (come del resto tutti i cani da pastore “conduttori del gregge”..) e quindi sono soggetti sufficientemente reattivi agli stimoli, sentono forte il richiamo, seguono senza guinzaglio e sono anche molto addestrabili poiché abituati a convivere con l’essere umano sin dai tempi più antichi.

La devozione verso l’uomo

Hanno un innato senso di accettazione e di devozione dell’essere umano e riconoscono il proprio CAPOBRANCO senza particolari difficoltà e con lui cooperano senza problemi.

L’importante è farli ambientare bene ed assicurare loro per i primi 6/7 mesi di età un buon “imprinting” e una buona socializzazione sia con i loro simili, sia con gli esseri umani…….altrimenti potrebbero diventare soggetti estremamente insicuri ed eccessivamente diffidenti nei confronti degli estranei al proprio “branco famigliare”.

Purtroppo i primi 7 mesi costruiscono l’“impalcatura psicologica” del cane e se si fallisce in questo periodo, poi è molto difficile recuperare il cane.

Loro infatti tendono ad esprimere la loro insicurezza come paura, piuttosto che come rabbia, come irruenza o come aggressività. Per quanto riguarda l’atteggiamento del cane verso gli estranei o verso i propri simili è necessario contestualizzare maggiormente la situazione.

Esempio :

come si comporta un pastore bianco poco socializzato e poco imprintato con un estraneo o con altri suoi simili che non conosce ?

Risposta :

sicuramente non sarebbe a proprio agio e sarebbe necessario più tempo affinché comprenda che quell’essere umano o che quei cani non hanno nessuna intenzione malvagia nei suoi confronti.

Oppure :

come si comporta un pastore bianco ben socializzato e ben imprintato con un estraneo o con i suoi simili che non conosce ?

Risposta :

sarebbe sicuramente a proprio agio perché non ha alcun tipo di riserva verso i suoi simili ed inoltre ha un innato senso di devozione e di accondiscendenza per l’essere umano (in generale..). E se a questo senso innato tipico dei cani da pastore conduttori del gregge (dote naturale) aggiungiamo un imprinting iniziale ottimale, per lui l’essere umano è e sarà sempre una presenza gradita perché fonte di sopravvivenza (cibo, riparo, carezze e altro…)

La morale è un po’ questa: dimmi che cane hai e ti dirò come ti sei comportato con lui e a quale livello di imprinting e di socializzazione l’hai sottoposto.

Anche la gestione degli spazi è importante per un soggetto di queste caratteristiche.

Premesso che uno spazio sufficientemente ampio, sarebbe la soluzione ideale, sarebbe però necessario e maggiormente educativo riservare al cane (e solo a lui..) una porzione delimitata di questo spazio, ma vorrei essere più preciso su questo punto.

Spesso abbiamo notato che il cucciolo quando arriva a casa, appena arrivato, gli viene messo a disposizione uno spazio troppo grande. Dalla nostra esperienza, lasciare libero il cucciolo per tutta la casa o per tutto il giardino non è educativo.

Certamente il cucciolo pattuglierà il territorio perché per lui è nuovo, ma un grande territorio sarà per lui fonte di grande stress psicologico. Una stanza è più che sufficiente per “iniziare” il cucciolo alla nuova vita, alle nuove regole e al nuovo ordinamento igienico e sociale.

E già questo nuovo ambiente rappresenterà una “pressione” sufficiente per mettere a dura prova la psicologia del cucciolo che si sta formando; cerchiamo quindi di limitare le novità non necessarie.

Sono le regole e le modalità con cui vengono fatte rispettare che educano.

La regola principale per la corretta crescita psicologica e caratteriale del cucciolo è quella che dice:

“Quando le ns. mani, i ns. occhi, la ns. attenzione o la ns. intenzione non può essere dedicate al cucciolo, il cucciolo dovrebbe essere limitato nella sua esplorazione del territorio”.

E quindi di notte (dove non abbiamo la possibilità di essere sempre concentrati sul cane) il cucciolo andrebbe messo nella gabbietta per dormire. Inizialmente potrebbe ribellarsi e/o potrebbe risultare una procedura “barbara”, ma è di fondamentale importanza abituare il cane a restare nella sua gabbia.

Il motivo è presto spiegato.

In natura il cucciolo non è libero di andare ad esplorare il territorio dove vuole. La loro vita e la loro libertà sono gestite dagli adulti che decidono quando è ora di uscire, quando è il momento di mangiare, quando è ora di riposare e quando di giocare.

Il tempo di mangiare, ad esempio, è quando gli adulti ritornano dalla caccia. Il tempo di giocare è quando gli adulti sono disponibili a condividere o ad avere il tempo per osservare le escursioni dei cuccioli.

Quando gli adulti partono per la caccia, gli anziani o i gregari assegnati per la sorveglianza dei cuccioli limitano la libertà dei cuccioli alla sola tana. E naturalmente questo divieto viene accettato dai cuccioli che apprezzano il senso di sicurezza che la tana offre loro. (tana = sicurezza = sopravvivenza). 

E’ per questa ragione che è importante decidere un primo luogo limitato, come una stanza, una cucina ad esempio, e sarà in questo primo luogo che posizioneremo la cuccia o il box per dormire.

La scoperta di ambienti e di relazioni nuove dovrebbe sempre avvenire con gradualità e sempre sotto il nostro controllo.

Come, del resto, per la possibilità o meno di fargli imparare a fare i bisogni all’esterno. Il cane impara quasi subito a fare i bisogni all’esterno, a patto che venga premiato quando ciò avviene. E’ SUFFICIENTE DIRGLI “BRAVO” e fargli qualche carezza quando il suo comportamento sarà quello desiderato.

Ed è altrettanto sufficiente pronunciare un “NO SECCO” ad alta voce per fargli comprendere che quel tipo di atteggiamento NON è desiderato dal suo leader.

E’ un cane facile da addestrare.

Mediamente il Pastore Svizzero Bianco è considerata una Razza molto addestrabile e che può fare di tutto, dal cane guida per i non-vedenti, al cane da Protezione Civile al cane brevettato da Utilità e Difesa, per arrivare al cane da AGILITY , da FLYBALL e da competizione sportiva.

Il cucciolo ha una grandissima capacità di apprendimento e di osservazione, ed è proprio in questo periodo che è necessario dimostrarsi particolarmente sensibili e vigilanti.

Deve socializzare il più possibile e deve essere stimolato con la giusta cautela. In questa fase, in pratica, bisogna insegnare loro che è NORMALE tutta una serie di situazioni normali.

Dal contatto con altri animali, al contatto umano, al contatto con una cassetta di attrezzi o con un giocattolo, al fiuto di diversi tipi di odore piuttosto che al sentire diversi tipi di suono o di rumore.

Lo stesso scoppio di un petardo potrebbe risultare un rumore famigliare senza dover scappare via e senza divenire, per questo, troppo nervosi o troppo timorosi.

Socializzazione e punizioni.

Socializzare un cucciolo non è altro che un processo espositivo del cucciolo (a piccole dosi..) a tutta una serie di situazioni normali che potrebbero incontrare più tardi nel corso della loro vita.

Si otterranno sempre risultati migliori con l’incoraggiamento piuttosto che con la coercizione e bisogna anche evitare di punirlo con percosse fisiche.

Il cambio del tono della voce sarà più che sufficiente per far comprendere al cane che ha sbagliato o che sta per commettere un imprudenza. Bisogna sintonizzarsi con lui, comprendere i suoi segnali e il suo stato d’animo e dargli fiducia.

Inoltre bisogna iniziare sin dalla più tenera età a fargli scoprire GRADUALMENTE situazioni, ambienti, animali e persone differenti.

Maschi e Femmine…

Il maschio è un po’ più testardo e di norma è necessario un polso un pochino più energico, in particolare quando, dopo l’anno di età, tende a “confrontarsi” con altri maschi di qualsiasi Razza che incontra sul suo cammino, specialmente se ha già montato qualche femmina. Poi anche qui bisogna fare delle distinzioni.

Vi sono maschi in questa razza (specialmente peli medio-corti) iper reattivi con “sangue caliente” e con molta tempra e molto temperamento, che assomigliano quasi a dei Pastori Belga Malinois, che sono sempre in cerca di nuovi stimoli.

Questi soggetti pur essendo dei giocherelloni cronici e pur non riuscendo a star fermi un attimo, tendono ad annoiarsi se gli viene proposto troppo a lungo la stessa situazione o lo stesso gioco.

E vi sono maschi (specialmente peli lunghi) più tranquilli ed equilibrati, i classici cagnoloni più docili, che prenderebbero coccole tutti i minuti e che si farebbero coccolare ad oltranza dinnanzi ad un caminetto acceso.

Poi, come ripeto, le eccezioni esistono in ogni Razza e tutto dipende da come si è educato/socializzato il cane nei primi 7/8 mesi di vita e dal feeling che si è riusciti ad instaurare con il proprio beniamino.

Le femmine normalmente sono più gestibili ed addestrabili. Per contro, sono più territoriali dei maschi e sono anche più “guardiane” della proprietà.

Anche se le cause genetiche dei disturbi comportamentali sono molto, molto rare, è pur vero che ogni soggetto nasce con un proprio bagaglio di doti naturali come la “curiosità”, la “tempra” ( capacità di sopportare stimoli esterni sgradevoli e dolorosi) e il “temperamento” (la velocità di reazione del cane agli stimoli esterni positivi o negativi.).

La scelta del cucciolo di Pastore Svizzero.

Per quanto riguarda la scelta del cucciolo in base al carattere, ho recentemente consigliato ad una cara amica la scelta del più esuberante e del più vivace, non del più calmo !!

Se la reazione allo stimolo avviene con lieve, ma sensibile ritardo, o se la reazione è tardiva o manca addirittura, le ho consigliato di non optare per la scelta di quel cucciolo, perché nessun soggetto pigro o indolente può trovare impiego ed essere di qualsiasi utilità per noi. Neppure in allevamento.

Ovvero, un soggetto esuberante, vivace e curioso lo si può incanalare (con non troppa fatica.) verso una qualsiasi disciplina sportiva o nella carriera espositiva.

Se il soggetto manca di temperamento ed è pigro o indolente e/o se la sua tempra è molle (scarsa capacità di superare gli stimoli psico-fisici spiacevoli), sarà un soggetto non adoperabile in nessuna specifica attività che ci interessi.

Anche se venisse semplicemente lasciato a poltrire in casa o nel suo box, sarà sempre un cane infelice perché spaventato di tutto, persino del suo stesso timore. Se poi nel suo branco ci sono altri soggetti con simili caratteristiche (magari con il ruolo di capo-branco…) lui imiterà per filo e per segno questi soggetti nel bene e nel male.

E un cane insicuro con scarsa capacità di equilibrio di fronte a qualsiasi tipo di stimolo esterno è un cane che molto spesso eccede nella risposta allo stimolo in maniera abnorme, rispetto alla qualità e alla intensità dello stimolo stesso.

Ed in considerazione del fatto che il 99% delle morsicature canine sono causate proprio da questo tipo di soggetti, bisogna riflettere molto bene su questo punto.

I soggetti che praticano la disciplina sportiva dell’IPO (attacco e difesa), al contrario, sono molto equilibrati e molto sicuri di sé e la loro “predatoria” innata è stata incanalata nel verso giusto… ovvero in un gioco (che è quello della manica e del figurante).

Fuori da questo gioco (la manica) non hanno nessun tipo di reazione immotivata verso gli esseri umani. E del resto “la predatoria” non è un difetto, ma è un pregio.

Il cane senza predatoria è un soggetto che in natura non riuscirebbe ad agguantare un coniglio selvatico e quindi non ce la farebbe a nutrirsi, a riprodursi e a sopravvivere. Il cane con un normale livello di predatoria (innato) è un soggetto che lasciato solo in natura trova il nutrimento, si riproduce e sopravvive. E poi ho raccomandato a Lei di adoperarsi molto per la SOCIALIZZAZIONE…..con continui stimoli:

  • olfattivi
  • tattili
  • sonori
  • visivi

In Germania ci sono molti allevatori che prima di cederti il cucciolo fanno cadere delle posate improvvisamente e i cuccioli restano impassibili e si dirigono verso le posate cadute a curiosare.

Questo è già il risultato di un ottimo lavoro. Questo tipo di lavoro è ancor più necessario se la genetica è quella che è….nel senso che magari i genitori non sono proprio dei leoni a livello di coraggio e di prontezza.

Io sono convinto che in queste cucciolate saranno molto rari i cuccioli con problemi caratteriali e/o di socializzazione e non vi sarà neppure nessun proprietario che potrà mai lamentarsi per il pessimo equilibrio comportamentale e/o per problemi di socializzazione del proprio soggetto, a patto che, dopo, non sia lui stesso l’artefice della successiva rovina del carattere del suo cane.

Io credo che anche in Italia dobbiamo assolutamente impegnarci per arrivare a questi livelli. Io per primo….resta ben inteso. Costa fatica, tempo, denaro ma è assolutamente necessario.

Per una volta dobbiamo mettere da parte le nostre certezze e dobbiamo prendere spunto da coloro che allevano da più anni, che hanno un’ esperienza maggiore della nostra e che anche dal punto di vista “caratteriale” hanno fatto notevoli passi in avanti, in questi ultimi anni, con la nostra amata Razza.

Quali i migliori 3 allevamenti di Pastore Svizzero ?

Lungoresina

Patrizia Martinelli – Perugia

Allevamento a carattere familiare del Pastore Svizzero Bianco. I miei svizzeri vivono in famiglia e sono a tutti gli effetti membri della famiglia!

Stelle di Sirio

Marco Orlandi

8 Comments

  1. Ne ho avuto uno e ne sento la mancanza, tant’e Che sto valutando di poterne riprenderne un’altro. Questa volta femmina e non cucciolo, magari 4/5 anni di qualcuno che ha problemi e non può più dedicargli tempo. Ho 74 anni appartamento con terrazzino e mi reco in auto a Catania diverse volte l’anno e il mio amico peloso vive sempre con me e viaggia con me.

  2. È un cane meravigliso. Il nostro ha 9 mesi ed è dolcissimo, lo porto con me ovunque e adora giocare, stare in famiglia, con gli amici. Certo è di grossa taglia, quindi va curato, gestito e tenuto in modo adeguato. È intelligentissimo e ha memoria. Non gradisce incontri con cani di colore nero, non so perché, forse è l’unica stranezza.

    • Ho riscontrato la stessa stranezza.anche il mio non ama i neri.

    • Ciao!
      La nostra ha 3 mesi fra un po’ quattro e in casa morsica tutto ciò che vede… Quindi lasciarla da sola sarebbe un problema (mangia ciò che non deve e si fa male). Avrebbe sei consigli da dare? Anche per quanto concerne i morsi che da alla mano?
      Grazie mille e saluti.

  3. Ma perché dovrei “utilizzare”un cane? Cosa vorrebbe dire che non è “adoperabile”? Perché dovrei “adoperare” il mio cane? Tutto ciò è alquanto inquietante a parer mio.

  4. Che linguaggio utilitaristco. Denota poco rispetto per l’animale. Che tristezza

  5. Concordo con quanto detto sopra, perché lo dovrei” utilizzare”?

  6. Salve,la mia amica a 4 zampe è una meticcia incrociata con un pastore svizzero bianco.Ha 4 anni,molto socievole con o suoi simili non ha mai avuto problemi, molto timorosa ultimamente nelle uscite sembra sempre che avverta un pericolo.Di solito molto instancabile ora freme x tornare a casa…qualche consiglio?? Anche su quale sport praticare con lei?? Grazie

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